Anche in quest’ultima apparizione, Gesù sale su una montagna e convoca i suoi. La prima volta , all’inizio del suo ministero, li aveva chiamati uno per uno, perché portassero con lui la missione di guardare con “misericordia” l’umanità e offrire la parola di guarigione e di salvezza. In quest’ultima volta, Egli si presenta come il Signore della storia, colui nel quale si ricapitola ogni cosa, trova senso ogni vicenda umana. I suoi lo vedono e si prostrano in adorazione. Alcuni, però, dubitano ancora. È il volto “ambiguo”, terrestre malfermo dei discepoli. Il nostro volto che oscilla tra la fede, l’adorazione e il dubbio. Ma è ancora Gesù a promettere la sua presenza confortatrice: “Ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo”. È questa sua presenza il vero ed unico annuncio : non un’idea o un sistema ideologico, ma la sua persona. Per questo Gesù manda i suoi ad essere annunciatori e a fare di tutti i popoli i suoi discepoli. Non è tanto ad ammaestrare nel senso di annunciare una dottrina ma coinvolgere il mondo nella sequela di Cristo. Lui è il centro di gravità, di unificazione e di integrazione dell’universo e dell’umanità. A noi la missione di renderlo presente.
Con noi resta sempre, Signore, tu sei come la luce del giorno della notte scacci la tenebre ed illumini il creato. Della Vergine Madre sei figlio, O Gesù, nostro amore e dolcezza a te salga per sempre la lode nel tuo Regno di gioia infinita