A te ricorriamo, esuli figli di Eva A te sospiriamo, gementi e piangenti, in questa valle di lacrime.
Dopo averla salutata come presenza materna ricca di amore e tenerezza, l’antifona prosegue con la richiesta di aiuto. L’umanità sofferente riconosce in Maria la madre che, instancabilmente, assiste i figli esuli di un’umanità intrisa di dolore, pianto e morte, che a lei si rivolge in un atto di piena fiducia.
Il pellegrinaggio terreno è così sorretto da una speranza incrollabile che ha saputo farsi umile e diventare grande. Nel momento che Cristo sulla croce le ha detto “Donna, ecco il tuo figlio” (Gv 19,26), Maria ha ricevuto la missione come madre “di tutti coloro che vogliono credere nel Figlio Gesù e seguirlo”. E può una madre rimanere insensibile ai sospiri, ai gemiti dei suoi figli?. Assicura il suo aiuto e la sua materna protezione. I figli ricorrono alla tenerezza di colei che per prima ha conosciuto lo strazio del dolore, abbandonandosi con la fiducia di “un bimbo svezzato in braccio a sua madre” (sal 130).
Pregare Maria è aderire al Disegno del Padre che manda il Figlio suo per salvare tutti gli uomini, nessuno escluso.
sr Antonella – Marie