PADRE, NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO
Eccomi qui, Padre mio.
Ho finito di raccogliere le tesserine
del mio mosaico, sparpagliate
come miglio per gli uccelli.
Vengo a te, le mani colme,
schiena curva ma sguardo in alto.
Ti rendo tutto, tutto è tuo;
le tele morbide che mamma mi tesseva,
l’odore acre del cortile della nonna,
la segatura di pino nel laboratorio.
Ti rendo la salsedine e la pece delle barche,
lo sguardo azzurro dei non più posseduti,
le focacce divise sul ciglio della viottola,
l’arazzo del sole serotino.
Ti rendo il bordone della brezza alle parabole,
l’incerto rizzarsi dei paralitici, cerbiatti neonati,
i profumi d’aloe e d’arrosto da Zaccheo,
il fuoco che Nicodemo cela nel tabarro.
Ti rendo i miei amici ed i miei passi,
parole e struggimenti, risate e compassione,
il dispiegarsi del tuo amore in pergamene srotolate,
le due tortore con cui fui riscattato.
Ho fatto l’inventario, le tasche
scrupolosamente ho svuotato;
e torno a te libero, povero, nudo
disperatamente solo ed infinitamente felice.
Poesia di Chiara Bertoglio