Carissimo/carissima,
qui sotto riportiamo alcuni spunti di riflessione che ci hanno accompagnati durante il primo incontro del nostro percorso vocazionale, dal 18 al 20 novembre 2011 a Ganghereto.
Speriamo ti possano essere d’aiuto nel cammino di ricerca del Signore, e ti invitiamo ai prossimi incontri, di cui puoi trovare le informazioni sul volantino.
PRIMA TAPPA DEL PERCORSO VOCAZIONALE:
“Da cercatori ci si scopre cercati”
Ganghereto, 18-20 novembre 2011
Primo incontro
IL DESIDERIO E LA SPERANZA
La realtà della vocazione e quella del desiderio sono inscindibili.
Se solo pensiamo all’istinto di conservazione, all’attrazione sessuale, al bisogno di vivere in società e di stringere con altre persone legami di amicizia, all’aspirazione a conoscere la Verità e a raggiungere il Bene e la felicità, non ci è difficile comprendere che non bastiamo a noi stessi!
Ognuno di noi è un essere di desiderio, teso al compimento di sé, e si porta dentro una sete infinita di pienezza e di eternità.
Nella Lettera ai cercatori di Dio (2009) troviamo una frase illuminante: “Il cuore di ogni uomo e di ogni donna è piccolo, ma si porta dentro il desiderio di assoluto, di eterno, di infinito. Questo desiderio ha un nome: Dio” e S Agostino, nel suo commento al Vangelo di Giovanni, ci dice che “Il desiderio è il recesso più intimo del cuore. Quanto più il desiderio dilata il nostro cuore, tanto più diventeremo capaci di accogliere Dio.”
È proprio questo desiderio, a renderci “CAPACI DI DIO”, poiché siamo stati creati proprio per cercarlo (CCC 1.)
Pensiamo a quante volte nei Salmi troviamo espressioni di questa tensione dell’uomo verso Dio: “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco. di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua” (Sl 63): “Con tutto il cuore ti cerco, non farmi deviare dai tuoi precetti…. Apro anelante la bocca, perché desidero i tuoi comandamenti. Desidero la tua salvezza, Signore, e la tua legge è tutta la mia gioia. ” (Sl 119).
Ma la scoperta più grande è quella che Dio stesso ci precede in questa ricerca, ed è Lui a desiderarci e ad amarci per primo! Ecco le bellissime parole di Giovanni Paolo II alla GMG di Parigi:
Carissimi giovani! … E' Gesù che prende l'iniziativa. Quando si ha a che fare con Lui, la domanda viene sempre capovolta: da interroganti si diventa interrogati, da «cercatori» ci si scopre «cercati»; è Lui, infatti, che da sempre ci ama per primo (Cfr. 1Gv 4,10). Questa è la fondamentale dimensione dell'incontro: non si ha a che fare con qualcosa, ma con Qualcuno, con «il Vivente (Messaggio di Giovanni Paolo II XII GIORNATA MONDIALE della GIOVENTU', 15 agosto 1996).
Non si scopre la propria vocazione attraverso progetti a tavolino o ragionamenti pro e contro la propria realizzazione personale ….. sarebbe sempre un calcolo che procede da noi! La vocazione è innanzitutto un “volgersi di Dio verso l’uomo” (Heschel), o, detto in un altro modo “l’armonizzarsi all’unisono di due voci che reciprocamente si riconoscono …. la strada attraverso la quale più esponiamo noi stessi all’amore che Dio Padre ci ha dato nella creazione” (Rupnik).
Dio mi cerca e mi viene incontro con un progetto che ha pensato per me. Ben lontano dall’essere un’imposizione, è un invito a far luce, in un cammino di ricerca e discernimento, sui desideri veri e a proiettarmi verso una meta. Da qui ha origine quella speranza, che potremmo definire il “motore di ogni vocazione”.
“Da cercatori ci si scopre cercati”: siamo arrivati al week end con questo programma, come diceva il titolo;
Siamo ripartiti con un’ esperienza suggerita dalle letture della Messa previste per la solennità odierna: Cristo Re dell’universo:
da amati (Ez 34, 11-12.15-17) si diventa amanti (Mt 25,31-46)
Ti indichiamo i brani che hanno accompagnato la riflessione personale di questo week end e che, se vuoi, potranno nutrire la tua preghiera: Salmo 62; Mt 14,28-33; Rm 8,23-30; 2 Tm 1,12; 1 Gv 1, 1-4
“L’anima che vede di essere tanto amata non può difendersi dall’amore, ma occorre che ami. S Caterina Lettera 369
“Amate, amate, perché siete ineffabilmente amati!” (L 96). “Amate, amate! Pensate che voi foste amati prima ancora che poteste amare, perché, guardando Dio in se’ medesimo, s’innamorò della bellezza della sua creatura, mosso dal fuoco della sua inestimabile carità e la creò, unicamente per questo fine, perché avesse la vita eterna e godesse di quel bene infinito che Dio godeva in sé stesso” (L 28) (Santa Caterina da Siena).
Stare con Gesù, alla sua presenza ti aiuta a prendere decisioni importanti per la tua vita che sono per il tuo bene, il tuo vero bene, e a restarvi fedele.
Pamela
Santa Caterina da Siena dice: "Entra nella casa del conoscimento di te...fa del tuo cuore una cella e della tua cella un CIELO..." (cit. da Lettere)
Imparare a conoscere se stessi, meditando sulla propria vita anche e soprattutto in relazione a Dio, è una delle cose più belle che ho imparato in questi giorni di riflessione, di preghiera e di condivisione reciproca.
"Quando ero bambino parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato." (cit. da I Corinzi 13)
Ecco un'altra cosa che ho capito: confrontarsi con la Parola di Dio per fare quello scarto di qualità che ci viene richiesto, come dice S. Paolo, quando diventiamo adulti e che ci guida verso una scelta vocazionale secondo la nostra persona e secondo il disegno che Dio ha posto su di noi.
Sono stati giorni bellissimi e indimenticabili che mi hanno aiutata molto, anche grazie al clima gioioso e di amicizia che ritrovo sempre a Ganghereto!
Auguro a molti giovani come me di fare esperienze come questa!
Maria Stella
A mezzogiorno, nella Chiesa della Madonna del Sorriso, abbiamo recitato sempre il rosario meditato e a quell'ora la vetrata sopra l'altare fa filtrare solo due colori, il blu e il rosso, che si proiettano per terra luminosissimi dietro l'altare: essi sono i colori del sangue e dell'acqua che sgorgano dal cuore di Gesù misericordioso.
Quattro le ragazze intervenute al corso: la mia amica Pamela da Perugia, Clèmence, di passaggio da Roma alla Francia e Maria Stella di Milano. E' poi venuta a trovarci anche Costanza da Roma e una famigliola francese che abita vicino a Strasburgo con due bambine bellissime, Barbara e Elisabeth (Lisa).
Domenica 29 luglio la parola del Vangelo era quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il Signore Gesù distribuisce pani e pesci a partire da quei pochi 5 pani d'orzo e due pesci ma a coloro che prima ha fatto SEDERE! E la domenica precedente, il 22 luglio, la parola di Mc 6 diceva:"Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'!". Queste due parole danno l'avvio alla nostra permanenza in questo luogo.
Questo ritiro è stato un momento di deserto ma a me è sembrato un deserto fertile e ricco, abitato da tante presenze belle e meravigliose ma anche da quelle delle mie paure e delle mie ansie, dei miei desideri e delle speranze, degli interrogativi, un deserto VIVO dove la presenza di Gesù e della sua mamma sorridente, perché il Figlio è risorto, è più forte e tangibile!. Ho vissuto con la vita scandita dagli orari modellati dalla preghiera delle ore nella Chiesa della Madonna del Sorriso, ma anche dai momenti di vita comunitaria e di lavoro insieme.
Essere discepolo significa seguire Gesù; in questo ritiro il messaggio principale è stato: STAI CON ME! Gesù mi dice: riconosci che ti sono vicino, sono con te, ti amo. Non sei sola.
La PREGHIERA è il polmone che dona ossigeno al nostro cuore.
La preghiera dà l'ossatura di fondo alla giornata, quella comunitaria nella chiesa e anche la meditazione personale.
Il giorno di S. Maria Vianney, 4 agosto, abbiamo fatto un giorno di "deserto" ed è stato bello pregare anche per i sacerdoti, in particolare per don Maurizio di Milano, che è venuto qui a Ganghereto casualmente proprio in quei giorni e che di fatto ci ha accompagnato, con la sua umanità semplice e profonda, nel ritiro che ha coinciso anche con il "perdono di Assisi". Fortunatamente la chiesa della Madonna del Sorriso è dedicata a San Francesco che pare sia passato proprio di qui prima di andare alla Verna, luogo dove ha ricevuto le stimmate.
Nell'orto dei miracoli c'erano dei girasoli: il girasole è il fiore più adatto a simboleggiare la preghiera perché senza il Sole non riesce proprio a vivere: si orienta secondo la sua luce. Se gli viene a mancare il Sole abbassa la testa e muore. La preghiera aiuta ognuno di noi a fare proprio come il girasole e a orientare la nostra vita, le parole, le opere secondo la volontà di Gesù.
Il NUTRIMENTO quotidiano dell'anima è poi è il corpo di Gesù, PANE VIVO DISCESO DAL CIELO (vangelo di domenica 5 agosto), manna dolce che si posa sul deserto del nostro cuore e che ci accompagna nel cammino verso la vetta che è Cristo.
E Maria, la nostra mamma, la donna umile del SI all'angelo Gabriele, la piena di grazia, ci dice sorridendo: Ecco il mio bambino! Vuoi prenderlo un poco tra le tue braccia!? Vedrai quanta gioia.! Prova, su!
Clarissa Bellini